Preoccupante situazione della scuola svizzera

Un’inchiesta del Sindacato VPOD in Romandia e Svizzera tedesca, che ha visto la partecipazione di 1'200 docenti nel periodo dicembre 2020-gennaio 2021, conferma che il contesto della pandemia esercita una forte pressione sulle scuole. Da un lato il personale docente è sempre più stanco e a rischio burnout, dall’altro lato il numero degli allievi in crisi aumenta. Si impongono assolutamente nuove misure di sostegno!

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«Qui, vedi, devi correre più che puoi, per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte devi correre almeno il doppio!». La frase è pronunciata dalla Regina Rossa ad Alice nel secondo capitolo di “Attraverso lo Specchio”, il sequel di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, scritto da Lewis Carroll nel 1871. Correre due volte tanto ed essere il più flessibile possibile, queste sono le esigenze poste dalla situazione attuale al docente nell’anno scolastico 2020/2021, esigenze che possono cambiare di settimana e in settimana, se non di giorno in giorno.

Insegnanti sovraccaricati!
L’81% degli insegnanti romandi e il 70% degli insegnanti svizzero tedeschi ritiene di aver potuto seguire per l’essenziale il piano di studi: per il 55% degli insegnanti romandi e il 56% degli insegnanti svizzero tedeschi questo tuttavia è potuto avvenire solamente investendo molte più energie del solito. L’87% degli insegnanti romandi e l’80% degli insegnanti svizzero tedeschi ritiene che la pressione psicologica sia aumentata nel corso dell’anno scolastico. Di conseguenza non deve stupire il fatto che il 64% dei docenti romandi e il 53% dei docenti svizzero tedeschi abbia registrato un calo della soddisfazione nel proprio lavoro.

In Romandia il 67% docenti soffre di ansie a causa dei problemi pedagogici incontrati (piani di studi da seguire, test da somministrare, allievi assenti, ecc.), il 33% avverte anche una maggiore stanchezza fisica creata dalle condizioni di insegnamento particolari (es. per il fatto di portare la mascherina durante la lezione) e il 31% afferma di aver subito un peggioramento della propria salute nel corso del 2020.

In Svizzera tedesca la stanchezza fisica è molto avvertita (40%), mentre la quota dei docenti che affermano di non star bene è del 14% (percentuale che tuttavia è in calo rispetto al 2019, dove era del 20%).

Allievi vittime della situazione
Anche gli allievi e gli studenti sono vittime degli effetti della pandemia. Il 64% dei docenti romandi ritiene che una parte dei ragazzi abbia ancora bisogno di misure di recupero dopo il lockdown della scorsa primavera: ma solamente il 46% ritiene che siano state approntate in modo sufficiente nella loro sede scolastica. In Svizzera tedesca il 56% dei docenti pensa che vi siano allievi che necessitano ancora di misure di recupero per il ritardo accumulato nel lockdown, mentre è da sottolineare che solamente il 13% di essi ritiene che le misure siano state implementate in modo adeguato. Infine il 57% dei docenti romandi e il 27% dei docenti svizzerotedeschi pensano che vi siano alcuni loro allievi che «si sono scolasticamente persi».

Necessità di agire
L’inchiesta conferma l’orientamento finora indicato dal Sindacato VPOD, in particolare che occorre agire nei seguenti ambiti:

  1. colmare le lacune scolastiche create dal lockdown della primavera 2020: aspetto da affrontare anche visto il rischio di un nuovo passaggio all’insegnamento a distanza. Ogni chiusura puntuale o totale della scuola in presenza deve essere accompagnata da misure di sostegno forti;
  2. la questione della riduzione degli obiettivi da raggiungere e della diminzione dei test da somministrare non può più essere lasciata in sospeso. Le autorità, di concerto con gli insegnanti e i sindacati, devono dare delle chiare direttive in proposito. La decisione della Conferenza dei direttori/direttrici dell’educazione pubblica, presa lo scorso 3 febbraio, di mantenere le regole attuali «nella misura del possibile» non tiene purtroppo conto della situazione reale;
  3. una più grande attenzione deve essere accordata alla salute psichica dei ragazzi e dei giovani, come pure alle conseguenze a lungo termine della crisi pandemica attuale. Psichiatri e psicologi hanno già suonato l’allarme a più riprese in merito all’aumento delle depressioni giovanili. Le scuole devono ottenere risorse supplementari per far identificare questi problemi e aiutare allievi e studenti nel bisogno;
  4. occorre mettere in piedi un piano contro il sovraccarico e il burnout dei docenti: un problema esistente anche prima della pandemia, che si è acutizzato. Le autorità cantonali devono riconoscere lo sforzo realizzato dai docenti durante la pandemia e adottare misure concrete;
  5. infine molti docenti che hanno partecipato al sondaggio hanno sottolineato come la categoria deve poter accedere in via prioritaria al vaccino, visti i rischi che corre sul posto di lavoro.

di Christine Flitner e Philippe Martin, segretari centrali VPOD