L’Unione sindacale svizzera respinge l’aumento dell’età AVS: la stabilizzazione delle finanze dell’AVS, che è pure una rivendicazione sindacale, non deve essere fatta principalmente sulle spalle delle donne. Infatti la situazione occupazionale è difficile per le donne più anziane: la metà di loro interrompe l’attività professionale prima dell’età AVS; e altre hanno un grado d’occupazione inferiore a quello che desidererebbero (l’Ufficio federale di statistica indica che le donne sotto-occupate sono 3,5 volte più degli uomini). Le rendite delle donne sono inoltre molto più basse di quelle degli uomini: nel 2017 gli uomini neopensionati hanno ricevuto rendite due volte superiori a quelle delle donne neopensionate. Le rendite delle donne sono talmente basse che spesso non consentono loro di vivere decentemente una volta pensionate. Per questo, come sottolineato dal grande sciopero delle donne dello scorso 14 giugno, occorre che le donne beneficino della parità dei sessi e non della parità dell’età di pensionamento!
La Svizzera è sempre più ricca: essa può e deve dotarsi di una previdenza vecchiaia fondata su un finanziamento solido. Lo esige la Costituzione federale: ne va del rispetto di lavoratori e lavoratrici che hanno contribuito in modo determinante alla crescita dell’economia e alla creazione di un’AVS sociale.
di Gabriela Medici, segretaria USS