Magdalena Rosende, capo progetto al BEFH per quanto riguarda i lavori relativi alla vita professionale, ha spiegato come l’Ufficio collabori con i Dipartimenti dell’Amministrazione cantonale vodese ed ha presentato le attività sviluppate per implementare la parità nel Cantone romando. Sappiamo che purtroppo esiste una forte disparità di mezzi finanziari e risorse umane messi a disposizione da Cantoni e città per attuare la parità di fatto, perché le politiche della Confederazione non impongono l’adozione di strumenti e risorse specifiche per la sua attuazione. Nel caso del Canton Vaud, il BEFH impiega ben 10 persone (7 unità a tempo pieno) e spende quasi 800'000 CHF/anno per le proprie attività.
Durante la serata, Anna Pellegino ha poi presentato il lavoro della Commissione consultiva per le pari opportunità fra i sessi in Ticino, di cui fa parte, come pure l’attività della delegata ticinese per la parità Rachele Santoro. La delegata lavora a metà tempo ed ha un budget annuo di soli 10'000 Fr per sostenere la realizzazione dei propri compiti e può contare unicamente sull’appoggio del Segretariato dei servizi giuridici dello Stato e sul lavoro della Commissione consuntiva per le pari opportunità fra i sessi. Un abisso rispetto al Canton Vaud!
Il Parlamento ticinese deve decidere presto!
L’ Ufficio per la parità Canton Vaud rappresenta una modalità strutturata per affrontare il tema dell’uguaglianza, un modello che secondo il Sindacato VPOD Ticino va preso come esempio anche in Ticino. Lo ha proposto una mozione parlamentare del 18 febbraio 2019 inoltrata dal segretario VPOD Ticino Raoul Ghisletta a nome del gruppo socialista e lo richiede anche la petizione del Sindacato VPOD Ticino, consegnata al presidente del Parlamento lo scorso 25 giugno con ben 4'000 firme. La Commissione parlamentare “Costituzione e leggi” sta trattando i due oggetti ed il relatore è il deputato e sindacalista OCST Claudio Isabella: ci aspettiamo quindi che vengano fatti rapidi passi in avanti. Nella serata del 18 novembre i Granconsiglieri presenti hanno deciso anche di provare a creare un gruppo d’interesse Parità a livello parlamentare per sostenere gli atti parlamentari per la parità di genere: speriamo che la decisione si concretizzi rapidamente e che porti i suoi frutti.
La situazione ticinese necessita infatti di azioni rapide e decise. Purtroppo, le misure e i mezzi per la parità di genere adottati sinora da Parlamento e Governo sono nettamente insufficienti. Lo confermano d’altronde i dati della seconda edizione de «Le cifre della parità» (quadro statistico della parità tra i sessi a livello cantonale elaborato dall’Ufficio di statistica nel 2018), che rivelano come non vi siano stati cambiamenti sostanziali rispetto ai dati statistici pubblicati nel 2014. Sono quindi urgenti politiche incisive e mezzi finanziari importanti, che permettano di modificare in senso paritario la vita di donne e uomini in Ticino nella formazione, nella professione, nella politica e nella società in generale. Il Sindacato VPOD Ticino, che conta nel suo seno 2/3 di donne sindacalizzate, vigilerà attentamente sugli sviluppi e non mollerà la presa: è il momento di cambiare!
Visualizza le presentazioni:
- Bureau de l'égalité entre les femmes et les hommes - Canton Vaud (français)
Ufficio della parità tra donne e uomini - BEFH (presentazione tradotta)
- Pari opportunità in Ticino