In queste ultime settimane la pressione si è fatta molto più forte e le lobby delle multinazionali giocano la carta della responsabilità moderata delle imprese basata sui principi dell’ONU. Dall’adozione dei «Principi guida di Ruggie» sono già passati nove anni (!) e da allora vi sono stati dei cambiamenti a livello internazionale in merito al dovere di diligenza delle imprese in materia di diritti umani. Da tempo le richieste dell’iniziativa svizzera sono state accettate da una media imprenditoria europea con le idee chiare. Questo non impedisce al gruppo di pressione che rappresenta le grandi imprese e alle sue costose agenzie di pubbliche relazioni di rappresentare, con un’abile falsa compiacenza, le preoccupazioni dell’Iniziativa per multinazionali responsabili come un’azione svizzera isolata e dannosa.
Al limite della disinformazione
La conferenza di conciliazione dell’Assemblea federale non è riuscita ad accordarsi su un controprogetto che avrebbe permesso agli iniziativisti di ritirare l’Iniziativa popolare per multinazionali responsabili. Dopo oltre quattro anni dalla presentazione dell’iniziativa, gli elettori decideranno se le multinazionali svizzere devono rimanere impunite anche quando le imprese che loro stesse controllano commettono palesi violazioni dei diritti umani.