Per lesbiche e gay, gli insulti personali, il rifiuto di certi servizi e le agressioni sono tutt'ora una realtà.
Per rimediare a ciò, il Parlamento ha deciso di estendere l'articolo della norma penale contro il razzismo con il criterio dell'orientamento sessuale della persona. Quindi in futuro potranno essere perseguite penalmente le persone o le organizzazioni che incitano all'odio contro lesbiche, omosessuali e bisessuali. Questo non piace però ai bigotti e ai reazionari di questo paese e perciò dovremo accettare ora accettare questa modifica legislativa il prossimo 9 febbraio.
Le discriminazioni avvengono laddove le persone passano più tempo, ovvero spesso anche sui posti di lavoro. Le persone LGBT (lesbiche, gay, bi- e transessuali) sono particolarmente toccate : scherni, osservazioni oscene e esclusione sociale sono solite nel mondo del lavoro. Spesso, la discriminazione può andare persino oltre, per esempio fino al licenziamento o al rifiuto di assumere la persona. È qui che la norma penale estesa permetterà d'intervenire e fornirà finalmente una base legale per difendersi contro tali pratiche abusive. Definire queste modifiche legislative come "limitazioni della libertà d'espressione" è totalmente errato!
Come sindacati, ci siamo sempre battuti per una società e un mondo del lavoro dove ogni persona è trattata e apprezzata allo stesso modo, e questo indipendentemente dal suo passaporto, dalla sua età, dalla religione, dal genere o dall'identità e orientamento sessuale. L'uguaglianza a tutti i livelli dovrà essere scontata ed è un proncipio costituzionale. Eppure anche nel mondo del lavoro, questa dev'essere tutti i giorni difesa o riconquistata. I sindacatisono impegnati in questa lotta, sia nelle imprese che in politica.
La votazione del prossimo 9 febbraio ha un importante significato simbolico: dobbiamo quindi dire un chiaro "Sì" alla protezione dalle discriminazioni!
Reto Wyss, Unione sindacale svizzera