“La scuola che verrà": sì al credito quadro per la sperimentazione del progetto!

La scelta che il popolo ticinese dovrà fare il prossimo 23 settembre è chiara. Vogliamo lasciare nuovamente al palo la scuola dell’obbligo e rafforzare i fautori delle scuole private oppure vogliamo sperimentare in sette sedi di scuola media e comunale alcune innovazioni, che vanno a beneficio di tutti gli allievi? Chi negli scorsi si è battuto per la riduzione degli allievi per classe e contro la privatizzazione della scuola ticinese non può avere dubbi!

  • Un’occasione persa per la scuola: ed ora?

    Non era la nostra battaglia ma lo è diventata. L’apertura dimostrata dal Dipartimento al confronto e l’accoglimento nel progetto definitivo di molte delle richieste di modifica formulate da più parti, in particolare proprio da VPOD docenti, hanno fatto sì che La Scuola che verrà si fosse guadagnata il nostro sostegno deciso, convinto e motivato.

  • Cosa propone il progetto "La scuola che verrà?

    Il 12 marzo scorso il Parlamento ha votato un credito quadro di fr. 6’730’000 destinato al finanziamento della sperimentazione del progetto La scuola che verrà per la durata di tre anni scolastici, secondo i criteri indicati nel rapporto di maggioranza firmato dai deputati PLR, PPD, PS e Verdi. Vi è quindi un’ampia maggioranza a sostegno della sperimentazione e il referendum contro La scuola che verrà è stato lanciato da forze di destra, ossia UDC e Lega, che sono da sempre favorevoli allo sviluppo della scuola privata, anziché al miglioramento della scuola pubblica. Già questo fatto dovrebbe indicare che non possono esserci dubbi su come votare il prossimo 23 settembre.

  • Votazione sulla scuola dell’obbligo: non perdiamo l’occasione per investire!

    Il progetto “La Scuola che verrà” non è perfetto, ma merita certamente una sperimentazione! Come Sindacato VPOD docenti avevamo proposto un’altra via, raccogliendo le firme per due iniziative popolari per la riduzione a 20 del numero massimo di allievi nelle classi: ma il Parlamento e il popolo le hanno respinte.

  • Scuola, cosa cambia e cosa non cambia?

    Cominciamo col dire che la sperimentazione per la Scuola che verrà è stata largamente condivisa: il Parlamento in marzo ha votato con 51 sì, 19 no, 5 astenuti il rapporto di maggioranza firmato da PLR, PPD, PS e Verdi della Commissione scolastica. Grazie al progetto si sperimenteranno in sette sedi (quattro di scuola media e tre di scuola comunale) alcuni metodi innovativi, attualmente applicati in misura assai limitata nella scuola ticinese, ma pure sempre noti: classi ad effettivi dimezzati, insegnamento da parte di due docenti in una classe, maggiore sostegno pedagogico.

  • La sanità ha bisogno di una scuola migliore!

    I crescenti bisogni di personale sanitario qualificato (operatori sociosanitari, infermieri, fisioterapisti, tecnici di radiologia, laboratoristi, ecc.) devono e dovranno essere soddisfatti, attingendo innanzi tutto al bacino interno. È quanto la popolazione e la politica auspicano sempre più spesso. Allora bisogna essere conseguenti. Occorre rafforzare le competenze scolastiche dei nostri ragazzi al termine della scuola dell’obbligo in Ticino per accedere a professioni qualificate come quelle del settore sociosanitario.

  • Il Ticino cambia: rinnoviamo la scuola!

    Durante la conferenza stampa dei lunedì 20 agosto 2018, l’Associazione "SÌ alla scuola di tutti" ha lanciato la propria campagna a favore della sperimentazione della “La scuola che verrà”. Sì al credito per la sperimentazione di modalità d'insegnamento incentrate sulle caratteristiche degli allievi in 4 sedi di scuola media e in 3 sedi di scuola comunale per la durata di 3 anni. Una sperimentazione ampiamente sostenuta in Parlamento, dai genitori e dal mondo della scuola.

  • Una sperimentazione che mette l’accento sull’allievo

    Un Paese veramente libero e democratico deve sviluppare una scuola dell’obbligo attenta ai bisogni degli allievi. Come sindacalista e mamma, mi preoccupo non solo del salario delle lavoratrici e dei lavoratori, ma soprattutto del fatto che la scuola e la formazione impartita consentano ai nostri figli di avere le medesime possibilità di riuscita.

  • Sì alla sperimentazione nella scuola, no all’oscurantismo!

    Galileo Galilei fu condannato per aver sovvertito la filosofia naturale aristotelica e le Sacre scritture e fu costretto il 22 giugno 1633 all'abiura delle sue concezioni astronomiche. Tempi e modalità lontane? Non del tutto...

  • Sì anche dall’Unione sindacale svizzera – Ticino e Moesa

    L’Unione sindacale invita caldamente le lavoratrici e i lavoratori a votare Sì il prossimo 23 settembre al credito per la sperimentazione nella scuola dell’obbligo per consentire di progredire in un insegnamento maggiormente attento ai bisogni e ai ritmi degli allievi. Sì a una scuola più adeguata, che consideri meglio i tempi di maturazione scolastica delle ragazze e dei ragazzi. Sì a una scuola più giusta che permetta di superare maggiormente le ineguaglianze culturali e socioeconomiche legate al contesto famigliare d’origine!