Lo scorso 4 novembre la maggioranza di centrodestra del Parlamento ticinese ha approvato una modifica della Legge tributaria, che introduce nuovi sgravi fiscali per le aziende e le persone facoltose per un ammontare che potrà arrivare di qui al 2025 a 150 milioni di franchi annui, suddivisi tra Cantone e Comuni. Visto quanto successo in passato, prevediamo che a pagare i tagli delle entrate fiscali saranno da un lato i dipendenti pubblici/degli enti sussidiati e dall’altro la progettualità dell’ente pubblico in ambito sociale, scolastico, di lotta alla disoccupazione, di sostegno alla mobilità pubblica e di interventi ambientali. Sappiamo che in Ticino ci sono i salari più bassi della Svizzera e la quota di povertà più alta, sappiamo che la popolazione anziana è percentualmente la maggiore di tutta la Nazione, sappiamo che le sfide dell’emergenza climatica imporranno un forte impegno in termini di investimenti per i Comuni e per il Cantone. Pertanto non abbiamo bisogni di sgravi fiscali a pioggia, ma abbiamo bisogno di uno Stato finanziariamente sano, in grado di fornire risposte ai problemi della comunità ticinese!
La maggioranza di centrodestra del Parlamento cantonale purtroppo ha puntato sulla concorrenza fiscale, abbassando in maniera eccessiva e indistinta le imposte per le persone giuridiche: l’aliquota ordinaria dell’imposta sull’utile scenderà infatti dal 9% all’8% nel periodo 2020-24 e poi al 5,5% dal 2025. La modifica della legge tributaria non premia le aziende virtuose, che impiegano i residenti, che pagano salari dignitosi e che agiscono nel rispetto dell’ambiente, rispetto alle aziende “mordi e fuggi”. È stata infatti respinta la proposta del rapporto di minoranza del Partito socialista di premiare fiscalmente unicamente le aziende virtuose socialmente e ambientalmente, per favorire la transizione verso un’economia ecologica e socialmente responsabile.
Infine la maggioranza del Gran Consiglio ha deciso di abbassare di 3 punti percentuali le imposte cantonali, abbassamento che potrebbe diventare del 4% a partire dal 2024. La riduzione del coefficiente cantonale dall’attuale 100% al 97% nel periodo 2020-23 (con una seconda tappa al 96% nel 2024) produrrà una riduzione proporzionale dell’imposta cantonale, comprese di quella alla fonte. Questa misura è uno specchietto per le allodole: la maggior parte dei 60 milioni di franchi annui di questi regalo fiscale andranno infatti a beneficio della fascia più ricca della popolazione, mentre al ceto medio e basso rimarrà un importo per comperare una pizza. Il ceto medio e basso pagherà poi i tagli delle prestazioni e dei servizi dopo lo svuotamento delle casse cantonali e comunali, quando tra qualche anno la destra verrà ad imporre misure di risparmio! E come accaduto in passato allora pagheranno anche i dipendenti cantonali e comunali e degli enti sussidiati!
PERTANTO FIRMATE SUBITO IL REFERENDUM CONTRO I NUOVI TAGLI FISCALI CHE INDEBOLISCONO CANTONE E COMUNI!