L’IE 707 chiede di non tradire le promesse, che furono fatte dal Governo (in primis dall’on. Laura Sadis, PLR) e dal Parlamento a ca. 16'000 assicurate e assicurati dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino il 6 novembre 2012 con il varo della LIPCT, la quale ha definito l’abbandono del piano assicurativo in primato delle prestazioni e l’introduzione del piano assicurativo in primato dei contributi. La LIPCT ha comportato a partire dal 2013 per le/gli assicurati in primato dei contributi senza garanzie transitorie una diminuzione delle pensioni di vecchiaia del 20% mediamente. Pertanto, un’ulteriore riduzione del 20% -con effetto progressivo dal 1.1.2024- porterebbe ad erogare da parte dell’IPCT pensioni di vecchiaia nel piano assicurativo in primato dei contributi, che sarebbero mediamente del 36% inferiori rispetto al valore delle rendite del piano assicurativo in primato di prestazioni. Questa riduzione delle pensioni di vecchiaia del 36% sull’arco di una quindicina di anni è contraria al principio della buona fede ed è irresponsabile, perché significa impoverire una fetta importante del ceto medio ticinese (per il quale tutti i partiti si sciacquano la bocca prima delle elezioni): e lo è tanto più se fatta da un datore di lavoro pubblico che vuole essere normalmente attrattivo nelle sue condizioni di lavoro.
Il nuovo capoverso 6bis dell’articolo 11 LIPCT -proposto dall’IE 707- introduce una delega al Consiglio d’amministrazione dell’IPCT e segue la linea già tracciata di aumentare i contributi a carico dei datori di lavoro - per finanziare il livello delle pensioni. Il contributo proposto può arrivare fino al 5%. La modifica di legge può essere decisa unicamente dal Parlamento: il CdA dell’IPCT non ha il potere di prelevare contributi aggiuntivi. Il contributo, da solo, non consente da subito di erogare pensioni identiche in valore assoluto, perché tale effetto lo si avrà solo laddove il periodo di contribuzione sarà completo. Nel mezzo occorreranno altre misure, quali la prevista riduzione scalare del tasso di conversione nel periodo 2024-2031 e l’utilizzo di appositi accantonamenti fatti dal Consiglio d’amministrazione delI’IPCT (300 mio. Fr a fine 2021): a questo lavorano i 2 rappresentanti VPOD dei dipendenti presenti nel CdA IPCT. Questo sarà possibile con un procedere ordinato, che eviti l’intervento dell’autorità federale di vigilanza sull’IPCT.
Resta il fatto che l’aumento dei contributi fino al 5% è imprescindibile per mantenere il livello delle pensioni. Il Sindacato VPOD ha già presentato il 18.10.2021 una PETIZIONE, intitolata “NO AL TAGLIO DEL 40% DELLE PENSIONI” e firmata da 2'000 assicurati IPCT, che contiene tale richiesta: questa petizione deve ancora essere affrontata dal Parlamento!
In conclusione, il Sindacato VPOD invita a mobilitarsi e a smascherare le falsità degli avversari, che osteggiano il risanamento dell’IPCT a carico del datore di lavoro e che, mentendo, asseriscono che l’IPCT sarebbe una cassa pensioni di privilegiati.
La manifestazione delle assicurate e degli assicurati del 28 settembre ore 17:30 a Bellinzona, indetta dalla Rete per la difesa delle pensioni e sostenuta attivamente dal Sindacato VPOD, è un passo importante, per far emergere le giuste preoccupazioni di una generazione del ceto medio pubblico e parapubblico, che non può e non deve essere sacrificata sull’altare di irrazionali pregiudizi politici.
Le/gli assicurati IPCT e i loro famigliari stretti rappresentano un bacino di 50'000 persone con diritto di voto, di cui la politica e i partiti devono tener conto! Occorre quindi che queste persone si facciano sentire nelle scuole, nell’amministrazione cantonale, nelle strutture sociosanitarie, nei Comuni ed enti affiliati!
Ulteriori azioni da parte del Sindacato VPOD Ticino avranno luogo il 26 ottobre, giornata di mobilitazione già preannunciata prima dell’estate.
Raoul Ghisletta, segretario VPOD Ticino – 079 5800596