In piazza vi sono stati i vari interventi dei rappresentanti di diversi settori toccati dal problema:
Zenia Toniolo, a nome del Comitato VPOD docenti, ha indicato che sono anni che le condizioni lavorative delle docenti e dei docenti in Ticino stanno subendo un peggioramento a seguito di scelte errate da parte del Governo e del Parlamento ticinesi. Molte misure hanno già colpito pesantemente la professione, in primis la decurtazione di due classi salariali per i neoassunti, rendendo sempre meno attrattiva la professione con tutte le problematiche ad essa connesse. I docenti e in generale i 26'000 affiliati dell’IPCT, tra attivi e pensionati, non sono più disposti ad accettare mestamente ulteriori peggioramenti.
Samanta Cudazzo ha indicato che il Comitato VPOD impiegati Stato ritiene inaccettabile e socialmente problematica una riduzione del 40% delle rendite di vecchiaia sull’arco di dieci anni. La misura tocca non solamente le impiegate e impiegati dell’Amministrazione cantonale, ma un totale di 16'000 lavoratori affiliati alla cassa pensioni cantonale, che ogni giorno si impegnano con coscienza e dedizione nel servizio pubblico a favore di tutta la popolazione del nostro Cantone.
Aldo Zwikirsch ha affermato che il gruppo VPOD Polizia è sconcertato per le scelte adottate dallo Stato negli ultimi 10 anni, che hanno causato ai dipendenti ingiustizie salariali e un netto peggioramento del piano previdenziale. I dipendenti che non avevano 50 anni al 1.1.2013 non devono ancora essere penalizzati da ulteriori peggioramenti.
Giovanna Gerosa, a nome della Commissione del personale dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale ha sottolineato la preoccupazione per la situazione pensionistica, tanto più che in questo periodo tutto il settore ha dovuto svolgere un lavoro incredibilmente impegnativo per fronteggiare l’insieme dei problemi derivanti dalla pandemia. Purtroppo gli applausi dello scorso anno non sembrano avere ripercussioni positive sulle condizioni di lavoro del personale sociosanitario.
Infine Raoul Ghisletta, segretario del Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD Ticino, ha denunciato il fatto che un taglio del 20% dal 2021 delle pensioni dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT), sommato a quello del 20% avvenuto nel 2013, porterà ad una svalutazione delle pensioni del 40% sull’arco di 10 anni, se non si adotteranno robuste contromisure. Un taglio del 40% è una cifra insostenibile e un massacro sociale inaccettabile. Il Sindacato VPOD chiede pertanto al Parlamento e al Governo di aprire subito un tavolo di negoziazione per costruire un piano di compensazione di questo taglio delle pensioni del 20%. Questo lo si può fare unicamente e solamente se il Parlamento approverà nel 2022 un aumento dei contributi versati all’IPCT, che accrescano del 20% il capitale di ogni assicurato giovane, in modo da neutralizzare il taglio delle pensioni che il Consiglio d’amministrazione IPCT deve adottare.
Interventi:Zenia Toniolo, Comitato VPOD docenti
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Samanta Cudazzo, Comitato VPOD impiegati Stato
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Aldo Zwikirsch, Gruppo VPOD Polizia
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Giovanna Gerosa, Commissione personale OSC
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