Perché solidarietà con la Palestina?

Bilancio delle vittime del conflitto di Israele con Hamas: 254 palestinesi, 12 israeliani. Le informazioni che ci sono giunte hanno tuttavia quasi sempre insistito sulle vittime dei razzi di Hamas, molto meno sulle vittime palestinesi, sulla distruzione delle abitazioni, delle infrastrutture, sulle sofferenze e sugli incredibili disagi del popolo palestinese, non solo a Gaza.

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In un mio viaggio in Cisgiordania nel 2015 ho avuto occasione di visitare molti villaggi e città palestinesi, discutere con molte persone, com- prese persone israeliane impegnate in missioni di pace. La realtà che mi hanno descritto e che ho potuto constatare personalmente è terribile: la popolazione palestinese è soggetta ad angherie e soprusi di ogni genere, quotidianamente. Ogni settimana, dal mio viaggio fatto in aprile 2015, ricevo aggiornamenti su quanto succede nei territori occupati: continui attacchi, violenze, distruzioni di abitazioni, occupazioni abusive, eccetera: una realtà terrificante. È difficile anche solo immaginare il grado di sopportazione di fronte a tutto ciò.

Nel maggio scorso il New York Times ha pubblicato un rapporto sull’occupazione israeliana in Palestina e ciò che descrive è terribile. Quanto è successo a Gerusalemme e che è stato il pretesto per i bombardamenti, non è che la continuazione di ciò che succede quotidianamente. Cito dall’articolo del NYT: “Anche in periodi apparentemente tranquilli, quando il mondo non presta attenzione, i palestinesi di tutti i ceti sociali sperimentano abitualmente impossibilità esasperanti e piccole umiliazioni, controlli burocratici che costringono a scelte angoscianti e la fragilità e la crudeltà della vita sotto il dominio militare.”

“Le storie personali sono sempre dolorose” -ha ammesso un funzionario dell’autorità palestinese- ma il quartiere palestinese “sembra il Terzo mondo”. Durante i vari incontri ho anche chiesto se le dimostrazioni di solidarietà sono utili, anche se non hanno effetti diretti sulla realtà. Mi è stato risposto che per i Palestinesi sentire che vi sono sostenitori della loro causa e che c’è partecipazione alla sofferenza del loro popolo è molto importante e contribuisce a far continuare la loro lotta quotidiana e a non farli sentire isolati.