Care colleghe, cari colleghi,
- dopo la penalizzante scala salariale cantonale (che dura 25 anni dal minimo al massimo) e le deludenti classificazioni per molte funzioni cantonali
- dopo il taglio delle indennità km cantonali per le trasferte;
- dopo la mancata riduzione da 42 a 40 ore settimanali per impiegate/ impiegati e delle ore-lezioni per le/i docenti;
- senza dimenticare le insufficienti indennità previste per chi lavora nei giorni festivi, nelle ore notturne e chi fa picchetti;
ora arriva anche la scandalosa decisione di ridurre le pensioni cantonali (IPCT) del 20% al 1.1.24 (scalarmente su alcuni anni), dopo che già nel 2013 vi è stata una riduzione del 20% (totale quasi 40% in quindici anni).
È ora di dire basta e di manifestarlo!
Il Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD Ticino invita tutte e tutti a prepararsi alla lotta. Con altre organizzazioni e persone facenti parte della Rete di difesa delle pensioni (RdP) il Sindacato VPOD invita i plenum delle scuole cantonali e comunali a votare l’adesione alla manifestazione di mercoledì 28 settembre, con partenza dalla Stazione FFS di Bellinzona alle ore 17:30 (cui farà seguito quella di mercoledì 26 ottobre, già indetta dal Sindacato VPOD prima dell’estate), adottando misure di protesta e di pressione nelle sedi al mattino.
Il Sindacato VPOD invita pure impiegati, poliziotti, operatori a fare riunioni in ogni ufficio/reparto/ente/Comune affiliato all’IPCT, facendo pause di protesta il 28 settembre mattino e votando l’adesione alla manifestazione di mercoledì 28 settembre ore 17:30 a Bellinzona (cui farà seguito quella di mercoledì 26 ottobre, già indetta dal Sindacato VPOD prima dell’estate).
Presto sciopero?
Innanzi tutto miriamo ad essere in tanti il 28 settembre a Bellinzona alle 17:30. E a documentare tutte le vostre prese di posizione, video e foto dei momenti di protesta della giornata. Preparate per favore cartelli e magliette di protesta da portare alla manifestazione. Chiaramente i comitati del Sindacato VPOD Ticino lanceranno uno sciopero, se le trattative falliranno, come già fatto il 5 dicembre 2012 per protestare con il taglio degli stipendi del 2% sopra i 20’000 fr (preventivo 2013). Chiaramente la dinamica di lotta in atto oggi sembra più forte: essa è volta a salvaguardare pensioni e salari in un momento molto difficile, dove nel Paese domina il discorso sfascista dei partiti di destra, che attaccano frontalmente le condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici e sociosanitari con la menzogna e con gli attacchi personali. Ribelliamoci a questa porcheria!