Violenza contro le donne: c'è tanto da fare!

Poche settimane fa è successo di nuovo: a Leukerbad nel Canton Vallese un uomo ha ucciso sua moglie e si è suicidato di seguito. Si tratta del 15esimo femminicidio in Svizzera quest’anno.

La statistica della polizia sui reati nell’ambito della violenza domestica dell’anno 2020 indica in Svizzera un numero in rialzo sia dei casi di violenza domestica in generale (20’123 segnalazioni), sia dei femminicidi (28 femminicidi consumati, 86 tentati). La politica non può più chiudere gli occhi di fronte a questi drammi e anche in Ticino ci si sta attivando.

Il Gran Consiglio lo scorso 22 giugno ha accolto, con 69 sì e 7 astensioni, le conclusioni del rapporto n. 7793/7794/7013R della Commissione sanità e sicurezza sociale, redatto dalla sottoscritta, che accoglie in gran parte tre mozioni sul tema. La decisione parlamentare conferma l’accresciuta volontà di combattere questa forma di violenza e di mettere il problema al centro del dibattito politico. La violenza domestica, una piaga sociale trasversale, è un’emergenza che tocca noi tutti: occorre togliere il velo del tabù e far uscire il fenomeno dalla “sfera privata” in cui è stata relegata per troppo tempo.

Il numero verde
Al momento attuale in Ticino ci sono due numeri di picchetto per le vittime di violenza domestica in cerca di protezione: uno della Casa Armònia nel Locarnese e uno della Casa delle Donne a Lugano. Questi numeri sono difficili da trovare in una situazione di emergenza. Bisogna andare sul sito internet o avviare una ricerca su Google, e i numeri non sono gratuiti. Le vittime di violenza perciò si rivolgono spesso alla polizia. Ma, per vari timori, non tutte le donne che vogliono allontanarsi dal proprio domicilio in una situazione di violenza vissuta desiderano porgere denuncia e per questo non si rivolgono alla polizia. Per questo il Parlamento ha incaricato il Consiglio di Stato di adoperarsi proattivamente presso la Conferenza svizzera contro la violenza domestica (di cui è membro) per una veloce attuazione di un numero verde nazionale di consulenza professionale, disponibile online e telefonicamente 24 ore su 24 e di facile accesso.

Le altre misure adottate
Approvando il mio rapporto il Parlamento ticinese ha pure chiesto al Governo:
- un potenziamento delle strutture protette per le vittime di violenza domestica;
- una soluzione per esonerare la vittima dal costo di un suo soggiorno prolungato in una struttura protetta (oltre i 35 giorni);
- una campagna d’informazione, sensibilizzazione, formazione e prevenzione contro la violenza domestica;
- l’introduzione di un sistema di allerta che preveda la possibilità per le donne di recarsi presso farmacie o altri luoghi dedicati e chiedere aiuto attraverso una parola chiave.

Infine il Gran Consiglio ha incaricato il Governo di studiare - nell’ambito del Piano cantonale d’azione contro la violenza domestica- la realizzazione di strutture di sostegno e accoglienza temporanea per persone a rischio di diventare autori di violenza: un modello valido potrebbe essere il progetto “ZwüscheHalt” esistente a Berna, Lucerna e Zurigo, che contempla strutture protette per uomini, siano essi autori o vittime di violenza domestica.

di Gina La Mantia, granconsigliera