La Collera delle donne: verso lo sciopero del 14 giugno 2023

AVS 21 è stata accettata dal popolo svizzero il 25.9.2022 per una manciata di voti: 31'852, con una maggioranza del 50,55%. I voti delle donne, della maggioranza dei 35-64enni e della maggior parte dei lavoratori che guadagnano meno di 7’000 franchi al mese non sono bastati. Infatti una maggioranza di uomini, pensionati e ricchi è riuscita a imporre, per un pelo, l’aumento dell'età pensionabile delle donne. Un anno in più di lavoro che costerà caro alle donne, ma anche a tutti i dipendenti. E ora è la rabbia a prevalere.

Rabbia per il fatto che la destra è riuscita a imporci un grave arretramento sociale, il cui conto sarà pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori di professioni fondamentali come ad es. infermieri, addetti alle pulizie, assistenti, operai, insegnanti, cassieri, ecc. In un momento in cui il disagio sul posto di lavoro è in continuo aumento, le lavoratrici dovranno faticare ancora un anno in più, vivendo spesso con stipendi al 50%. La destra è indifferente a questa realtà: "Il campo rosso-verde ha perso la sua aura di invincibilità" sulle pensioni - afferma la Neue Zürcher Zeitung (NZZ), il quotidiano del centro finanziario di Zurigo.

Il campo borghese ha potuto contare su un clamore mediatico a favore del sì particolarmente forte nella Svizzera tedesca. Un altro supporto determinante è stato quello del Consigliere federale Alain Berset, che ha raccontato la storiella secondo cui il nostro Paese, che ha la più alta densità di milionari al mondo, non avrebbe le risorse per finanziare l'AVS. E non ha esitato a spaventare chi percepisce attualmente la pensione, paventando che, in caso di vittoria del no, le rendite pensionistiche sarebbero diminuite.

La campagna è stata dura. Il fronte progressista è stato accusato di mentire, soprattutto quando abbiamo spiegato che il Sì all’AVS 21 avrebbe aperto la porta al pensionamento a 67 anni per tutti. Eppure, non appena sono stati annunciati i risultati della votazione, Monika Rühl, direttrice di Economiesuisse, ha difeso l'idea di un'età di pensionamento a 66 anni! E quest’idea è stata ribadita anche da Thierry Burkart, presidente del Partito Liberale-Radicale. Dal canto suo la NZZ ha considerato la possibilità di far lavorare fino a 70 anni le persone che hanno concluso degli studi superiori. Queste proposte dimostrano che, come avevamo predetto, AVS 21 è solo un primo passo e che gli attacchi alle pensioni continueranno.

I cantoni latini, il Ticino e la Romandia, hanno bocciato il progetto con il 63% dei voti. Il "Röstigraben" tra la Svizzera tedesca e quella latina riflette quindi certamente un contesto sociale e politico più influenzato dalla destra, ma anche meno impegno nella campagna da parte di sindacati e partiti politici. Alla fine però la rabbia delle donne è la stessa in tutta la Svizzera e per questo, nei giorni successivi al voto, diverse centinaia hanno protestato a Berna e in altre città. Con questo voto la destra e i datori di lavoro hanno voluto metterci a tacere dopo il grande successo dello Sciopero delle donne del 14 giugno 2019. Ma è inutile: la nostra rabbia è ancora più grande ed il nostro desiderio di mobilitazione ancora più forte. Per questo non ci arrendiamo e abbiamo indetto un nuovo sciopero femminista il 14 giugno 2023!