La parità all'acqua di rose non fa per noi!

Dopo l’azione "J'accusa" svolta nella mattinata del 14 giugno, il Gruppo donne dell’Unione sindacale Ticino e Moesa e il Coordinamento donne della sinistra hanno organizzato a Bellinzona una discussione sulle modalità per raggiungere la parità, declinandola in cinque “ingredienti”.

La presidente del Gruppo donne dell’Unione Sindacale Ticino e Moesa, Chiara Landi, ha ricordato che l’anno corrente è stato definito dal movimento sindacale comeanno femminista”: la campagna per la parità salariale e contro le discriminazioni è una priorità! La disparità salariale non è infatti solo un problema marginale, come certi vorrebbero far credere, ma è invece una realtà portata dal modello socioeconomico in vigore, che riflette una disparità strutturale. La situazione attuale delle donne è inoltre caratterizzata dalla “precarietà esistenziale”, perché anche nella vita privata i loro compiti non sono apprezzati come dovrebbero o vengono addirittura dati per scontati.

Pepita Vera Conforti, membra del Coordinamento donne della sinistra, ha parlato invece del “Manifesto per un socialismo femminista”, documento di analisi delle donne socialiste svizzere, che sottolinea le ineguaglianze esistenti e rivendica la parità salariale. Il “Manifesto” propone molti spunti di riflessione, dai quali le associazioni e organizzazioni di sinistra potrebbero partire per sviluppare delle collaborazioni e ritrovare punti d’azione e di lotta politica comuni: infatti servono alleanze per raggiungere degli scopi.

La discussione è poi proseguita grazie alla presentazione di cinque “ingredienti” fondamentali per raggiungere la parità tra uomo e donna:

Roberta Bonato Knuchel ha presentato un delizioso ingrediente che dovrebbe essere alla base del cocktail, ma che purtroppo l’ottusità di politici e datori di lavoro non permette di dosare correttamente. Parliamo infatti della parità salariale, che anche secondo uno studio effettuato dal Fondo monetario internazionale, gioverebbe al PIL di ogni Stato.

Lisa Boscolo ha invece parlato di un altro ingrediente che darebbe una nota calda e un gusto apprezzato al nostro cocktail: il riconoscimento del lavoro non remunerato. È infatti statisticamente provato che la donna si fa a carico della maggior parte dei compiti famigliari e domestici, limitando poi il suo impegno politico, associativo e professionale, rendendo quindi impossibile la parità.

L’approvazione del Consiglio nazionale della quota rosa obbligatoria per i consigli d’amministrazione delle imprese quotate in borsa ha invece dato un po’ di brio all’ingrediente presentato da Laura Riget, ovvero l’equa rappresentanza delle donne in politica e nell’economia. Infatti, nonostante le donne siano il 52% dei cittadini con diritto di voto, la loro quota è mediamente meno di un terzo nei consessi politici, e questo crea dei problemi di rappresentanza sostanziale.

Ornella Buletti ha poi parlato di un ingrediente non voluto, che vorremmo eliminare da ogni ricetta, perché guasta ogni pietanza. Parliamo del sessismo e della violenza sulle donne, argomenti di cui si è trattato molto recentemente grazie a movimenti internazionali quali #metoo, e per i quali è ancora necessario fare molta pressione, agendo rapidamente.

Infine ho avuto il piacere di presentare l’ultimo ingrediente della ricetta, ovvero la conciliabilità famiglia-lavoro. Questo deve però essere sorretto da altre componenti, quali strutture competenti ed economicamente sostenibili per la cura dei bambini e dei propri cari, per poter essere giustamente dosato.

La serata si è conclusa con un vero brindisi, grazie al barman Eric, che ha preparato un drink frizzante per affrontare l’estate e prepararci al prossimo 22 settembre. Ringraziamo le numerose presenti, tra le quali la collega Pelin Kandemir Bordoli, presidente del Gran Consiglio. Arrivederci a settembre!

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