Lavoro indipendente nelle cure, perché?

Da: Fausto Calabretta, sindacalista VPOD Ticino

La giornalista Valeria Corda del Corriere del Ticino in un articolo di venerdì 20 ottobre ha evidenziato la “problematica” della crescita degli infermieri indipendenti, ormai quasi 500 in Ticino. Perché questa crescita?

Lavoro indipendente nelle cure, perché?
Foto di MedicAlert UK su Unsplash

In questi anni, in particolare nel periodo Covid e post Covid, abbiamo assistito ad un forte peggioramento delle condizioni di lavoro in diversi istituti sanitari e sociosanitari. Faccio solo pochi esempi: la diminuzione progressiva del personale, una burocrazia eccessiva, le mancate sostituzioni del personale, il degrado del clima di lavoro. E vogliamo parlare della decantata flessibilità, che impone a un infermiere di “sposarsi” con il proprio lavoro 24 ore su 24 ore, annullando di fatto la propria vita privata? Per non parlare dei salari, che -come in quasi tutti i settori a dire il vero- hanno perso potere d’acquisto a causa degli aumenti spropositati dei premi cassa malati.

Le infermiere e gli infermieri sono diventati delle “macchine” di produzione da spremere fino al collasso per poi pagarne le conseguenze, ossia l’abbandono precoce della professione. Visto che giornalmente parlo con le lavoratrici e i lavoratori della sanità, ritengo che l’esplosione di infermiere/i indipendenti sia dovuta alle condizioni del lavoro dipendente, che sono diventate insostenibili o comunque meno interessanti della professione indipendente. Bisogna tornare a fidelizzare il personale delle istituzioni sanitarie e sociosanitarie: bisogna metterlo in condizione di lavorare bene, in un clima positivo di lavoro e con dei ritmi “cristiani”, che permettano la conciliazione tra famiglia e lavoro. Altrimenti il numero delle/degli infermiere/i indipendenti continuerà a crescere.