Con il supporto delle immagini si scoprirà come la cronaca raramente si sottragga alla tradizione letteraria volta ad alleggerire la responsabilità dell’aggressore ove si ritenga che la donna abbia varcato i confini imposti al suo genere. Ci accorgeremo che, sia pure nella finzione fotografica, la vittima è esposta allo sguardo del lettore mentre il carnefice è solo un’ombra (imprendibile per definizione) oppure è rappresentato solo attraverso una piccola porzione del corpo. E tutto questo senza che lo spettatore avverta qualcosa di sbagliato.
Unite contro la violenza di genere e la violenza domestica, sostengono la rappresentazione di “Doppio taglio” il Coordinamento donne della sinistra, i sindacati Unia, SEV, Syndicom e VPOD Ticino, l’Associazione Movimento AvaEva e Comundo.
Per maggiori informazioni e acquisto biglietti: www.teatrosociale.ch