Una brutta faccenda di sfruttamento salariale alla ticinese

Da: Raoul Ghisletta, sindacalista VPOD Ticino e granconsigliere PS

Dal 2017 i salari minimi previsti dal CCL Shop nazionale sono di 3’600 Fr x 13 per i Cantoni Ticino, Vallese, Giura, Grigioni, Soletta, Turgovia, e San Gallo e di 3'700 Fr x 13 nel resto della Svizzera. I minimi salgono a 3'900 Fr x 13 per i titolari di formazione 2 anni e a 4'000 Fr x 13 per chi ha una formazione di 3 anni.

Quest’estate a livello nazionale il Sindacato Unia ha negoziato nuovi salari a livello nazionale, che migliorano i salari nel periodo 2022-2024, anno dopo anno. La pubblicazione dell’obbligatorietà del nuovo CCL nazionale avverrà nelle prossime settimane. Se i padroni ticinesi faranno un nuovo ricorso contro i salari, ci saranno reazioni durissime da parte sindacale, per cui il tema è e rimarrà rovente.

Non tutti i benzinai attivi in Ticino sono ostili al CCL Shop: ad es. i gruppi COOP e Migros (Migrolino) applicano il CCL Shop.

Ma chi sono i padroni ticinesi che vogliono realizzare utili sulla vendita di benzina come nel resto del Paese, ma pagare molto meno i dipendenti, perché possono assumere dei frontalieri anziché residenti?

Sono i membri dell’Associazione ticinese stazioni di servizio, ATSS, che è stata creata il 9 marzo 2016, con un’operazione lampo al momento della firma del CCL nazionale. L’Associazione difende gli interessi di categoria nell’ambito delle stazioni di servizio in Ticino con annessi shop e, nel caso, bar (esercizi pubblici) ed è presieduta da Matteo Centonze (ECSA Energy SA). Vicepresidente è Carlo Rampinini (Piccadilly SA), mentre membri del Comitato direttivo sono Alessandro Baumgartner (Piccadilly SA), Enrico Masoni (Automasoni SA), Lorenza Cattaneo Colombo (City Carburoil SA), Luca Gianpietro (City Carburoil SA), Marco Sofi (ECSA Energy SA), Luca Abbruzzese (Suisse Petroli SA) e Simone Caitlin Dillon (Suisse Petroli SA). Nell’Associazione vi sono una trentina di società, tra cui, oltre alle ditte già citate, figurano anche le ben note ENI, easystop e Pina.

Sono loro i protagonisti di un’operazione che si chiama “sfruttamento alla ticinese”, ideata semplicemente per far star meglio pochi imprenditori ed azionisti con il sudore delle lavoratrici e dei lavoratori, che ci servono quando facciamo benzina e piccoli acquisti: in una parte delle stazioni i salari scendono fino a 3'300 Fr al mese x 13! Una vergogna, direi!

Come autore della mozione del 14 ottobre 2019 “Il Consiglio di Stato intervenga per far sottoscrivere il CCL nazionale nei negozi annessi alle stazioni di benzina in Ticino” ringrazio il Governo per il messaggio e la Commissione economia e lavoro per il rapporto, che promettono di far pressione sui padroni ticinesi delle stazioni di benzina affinché non si oppongano ai salari fissati dal CCL Shop e che evadendo tempestivamente la mozione hanno permesso di deliberare sul tema nell’aula del Parlamento. Anche questo serve a ridare speranza e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori sfruttati.