Un referendum per rimettere la chiesa al centro del villaggio

Da: Michela Pedersini, presidente VPOD Ticino

In questi giorni il Dipartimento dell’onorevole De Rosa ha pubblicato l’esito della consultazione sulla pianificazione integrata per gli anziani, che ha raccolto un grande consenso in tutto il Cantone. La maggioranza degli enti interpellati condivide l’orientamento di mantenere gli anziani il più possibile a domicilio, sviluppando l’assistenza e cura a domicilio per un quantitativo di 740'000 ore in 10 anni. Accanto allo sviluppo delle cure a domicilio è poi prevista la creazione di 1’180 nuovi posti letto nelle Case per anziani e lo sviluppo dei servizi d’appoggio.

Ora come pensa di finanziare questa pianificazione integrata la maggioranza UDC-Lega-PLR-destra PPD del Parlamento ticinese, che ha approvato il decreto legislativo concernente il pareggio del conto economico entro il 31 dicembre 2025 con misure di contenimento della spesa? Infatti secondo questi geni della contabilità l’obiettivo di pareggio del conto economico dovrà essere raggiunto al più tardi entro la fine dell’esercizio 2025, con misure prioritariamente di contenimento della spesa, escludendo l’aumento delle imposte: essi vogliono contenere le spese per il personale, per i beni/servizi e per gli enti sanitari, sociali e universitari (i cosiddetti trasferimenti).

Chi finanzierà le 740'000 ore in più a domicilio per l’assistenza e cura degli anziani con questi imperativi contabili assolutamente irragionevoli? Chi finanzierà i 1'180 nuovi posti letto nelle case per anziani? È un esempio clamoroso che conferma la giustezza della decisione del Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD Ticino di lanciare il referendum contro la squilibrata e grave decisione di questa maggioranza del Parlamento, che danneggia gli utenti e il personale delle strutture sociosanitarie, della scuola, degli enti universitari e dei servizi cantonali.

A passare alla cassa per il risanamento delle finanze cantonali non devono essere gli utenti e il personale. Non è giusto che passino alla cassa per colmare i buchi milionari lasciati dagli sgravi fiscali “senza rete” degli ultimi 25 anni, senza contare il fatto che nei cassetti del Parlamento vi sono altre proposte della stessa area politica per fare ulteriori sgravi fiscali per un totale di 300 milioni Fr annui.

Con il referendum rimettiamo la chiesa al centro del villaggio, dicendo NO al degrado della qualità dei servizi al pubblico: dalla giustizia alla sicurezza, dalla formazione al settore sociosanitario! Diciamo NO a un risanamento ingiusto, in quanto prioritariamente fondato su sacrifici a carico del ceto medio, ossia della maggioranza dei Ticinesi, senza nemmno far pagare un centesimo ai ricchi!

Scarica e firma il Referendum!