Tagli sulle case anziani dopo la vittoria delle infermiere?

Da: Raoul Ghisletta, granconsigliere e segretario VPOD Ticino

Dopo la vittoria dell’iniziativa popolare federale per cure infermieristiche forti non vorremo mica accettare tagli cantonali sulle case anziani e su altre strutture sociosanitarie? E tagli sulla formazione? Sarebbe assurdo!

In Ticino sarà purtroppo così, se non si consegneranno entro il 21 dicembre le 7'000 firme necessarie per indire il referendum contro il Decreto legislativo concernente il pareggio del conto economico entro il 31 dicembre 2025 con misure di contenimento della spesa e senza riversamento di oneri sui Comuni, adottato da una risicata maggioranza del Parlamento ticinese il 19 ottobre 2021.

Questo decreto finanziario è stato dettato da un partito neoliberista come l’UDC. Adottando questo decreto, la risicata maggioranza di destra del Parlamento cantonale ha ordinato al Governo di agire con le forbici sulle spese: se il decreto legislativo non sarà bocciato in votazione dal popolo ticinese, il Consiglio di Stato dovrà ubbidire utilizzando le sue ampie competenze, che gli consentono di tagliare la spesa senza dover fare modifiche di legge referendabili.

In particolare il Governo molto probabilmente congelerà o ridurrà i contributi versati agli enti sociosanitari e universitari, modificando i parametri di finanziamento contenuti nei contratti di prestazione: in un contesto di crescita della spesa causa maggiori impegni il solo congelamento della spesa significa un taglio per questi delicati ambiti.

Il Dipartimento sanità e socialità dell’onorevole De Rosa ha appena pubblicato l’esito della consultazione sulla pianificazione integrata per gli anziani, che ha raccolto un grande consenso: sull’arco di 10 anni si vuole sviluppare l’assistenza e cura a domicilio per un quantitativo di 740'000, si creeranno 1’180 nuovi posti letto nelle Case per anziani e si potenzierà i servizi d’appoggio.

Tuttavia occorre sottolineare come la coperta finanziaria per questi settori sia già molto corta: anche solo bloccare la spesa nei prossimi anni, come prevede il contestato Decreto finanziario, significa ridurre i soldi a disposizione delle singole strutture.

Firmiamo quindi il referendum lanciato dal Sindacato VPOD Ticino, che dice NO al degrado del settore sociosanitario e della formazione, settori molto importanti per la popolazione. Che il popolo possa dire la sua su questo importante tema!