Osservazioni del Sindacato VPOD docenti in merito alla consultazione sulla proposta operativa atta al Superamento dei corsi attitudinali e base in terza media indetta dal Dipartimento Educazione Cultura e Sport (settembre 2021)

Da: Adriano Merlini, Presidente Comitato docenti VPOD Ticino

Il comitato docenti VPOD ha preso visione del documento in questione e lo ha sottoposto ad attenta analisi ampliando la base di riflessione tra i suoi iscritti anche tramite un’assemblea a tema tenuta il 25 ottobre. Le osservazioni seguenti sono il frutto di questo lavoro e rappresentano i punti di vista quantitativamente dominanti, pur non mancando visioni dissonanti. Prima di entrare nel merito teniamo a ribadire la nostra perplessità sul metodo di lavoro scelto dal Dipartimento che, ancora una volta, coinvolge le associazioni sindacali e magistrali dei docenti solo a prodotto ultimato: continuiamo a ritenere che sarebbe più utile inserire i rappresentanti dei professionisti dell’insegnamento in una fase più precoce dell’elaborazione delle riforme scolastiche. Questo contribuirebbe sicuramente anche a creare un sostegno più unanime alle medesime tra il corpo docente e, di riflesso, la società tutta.

È necessario un cambiamento
Il sindacato docenti SSP/VPOD sostiene da tempo la necessità di superare il sistema a livelli presente nella Scuola media in quanto, come affermato nel documento, [...] ritenuto internamente ed esternamente alla scuola come inadeguato per diverse ragioni. La suddivisione degli allievi in gruppi distinti per due anni scolastici, oltre a rendere il sistema scolastico poco equo, crea delle pressioni molto forti sulle famiglie, sui docenti, sugli istituti, ma soprattutto sugli allievi, andando a snaturare la finalità originaria per la quale la suddivisione era stata prevista: adattare l’insegnamento alle caratteristiche degli allievi e indirizzarli verso le formazioni successive. [...] (op. cit., p.3)

Come ben evidenziate nel vostro documento, in estrema sintesi questi fattori fanno sì che la percentuale di iscritti ai corsi A sia in continuo aumento, che non tutti gli allievi si trovino nel livello che sarebbe loro congeniale, che il contesto socioeconomico di provenienza giochi un ruolo che non dovrebbe avere.

È altresì vero, secondo numerosi colleghi, che il corso B non svolge purtroppo spesso più la sua funzione di corso normale, all’interno del quale si trasmettono le competenze di base, ma tende a diventare un “ghetto” nel quale si fatica a lavorare correttamente, soprattutto a causa dell’eccessivo numero di studenti in classe, molti dei quali poco motivati o difficili da gestire con i grandi numeri. Questo porta a un’inevitabile diminuzione degli stimoli, a un sommarsi di lacune che creano veri e propri buchi formativi destinati a durare e a minare la fiducia in sé dei giovani che li seguono abbattendo così radicalmente le loro potenzialità conoscitive. Altro problema pratico emerso è l’impossibilità, in alcuni casi, di cambiare livello ad un allievo in quanto il corso nel quale si vorrebbe far confluire è già seguito da un numero troppo elevato di ragazzi.

Si è così da tempo innestato un circolo vizioso che è urgente invertire, continuando però a perseguire gli obiettivi fondanti e irrinunciabili di una scuola media unica pubblica inclusiva, equa e di ottimo livello che permetta a tutti i nostri ragazzi di portare a termine la scolarità obbligatoria con un bagaglio di saperi tale da far loro proseguire l’iter formativo con successo e, più in generale, di affrontare la vita da cittadini consapevoli. Tali obiettivi sono però raggiungibili solo tramite l’insegnamento a classi di taglia ridotta ed eterogenee per competenze.

Nel merito della proposta operativa
Il sindacato docenti SSP/VPOD concorda quindi in generale con la proposta del Dipartimento di sostituire i corsi a livelli in terza media con delle lezioni a classe dimezzata in tedesco e

matematica, i cosiddetti laboratori, che hanno già dimostrato la loro efficacia. Riteniamo importante segnalarvi alcuni aspetti particolari per noi importanti:

  1. i gruppi di laboratorio dovranno essere eterogenei quanto alle competenze disciplinari degli allievi che li formeranno. La suddivisione dovrà essere casuale, e potrebbe magari pure variare nel corso dell’anno su proposta dei due docenti (laboratori paralleli), purché tenga sempre conto del principio di eterogeneità. La suddivisione in gruppi più omogenei per competenza non farebbe che peggiorare la situazione attuale, accrescendo la disparità di conoscenze tra gli allievi dei due laboratori e rendendo così impossibile da gestire per il docente la lezione a classe riunita, con grave danno per tutti gli studenti;

  2. il docente che svolgerà i laboratori e il corso a classe intera dovrà essere lo stesso;

  3. il laboratorio deve essere inteso come corso a classe dimezzata. I contenuti, o competenze o saperi o obiettivi che dir si voglia, sono quelli dei programmi disciplinari ai quali non dovrebbero esserne aggiunti di specifici. La professionalità del docente, supportato dai suoi esperti di materia, farà sì che saprà scegliere le modalità didattiche più consone per raggiungere le competenze stabilite dal Piano degli studi;

  4. dal momento che non affronta il problema dei livelli per la quarta media, la proposta è inevitabilmente monca. Oltre al miglioramento delle conoscenze nelle due discipline dato dall’introduzione dei laboratori, il cambiamento suggerito permetterebbe inoltre di ritardare la scelta degli allievi di un anno: questo ci è sufficiente per sostenerla;

  5. tra le Opzioni A e B proposte, malgrado una leggera preferenza per la seconda opzione, non abbiamo trovato un consenso statisticamente rilevante. Se per la matematica ci si orienterebbe decisamente sull’ipotesi più spinta (2h di tronco comune e 3h di laboratorio), giustificata anche dalla specificità del linguaggio di riferimento, per il tedesco solleva invece numerosi dubbi l’abbandono totale delle lezioni a classe intera;

  6. la proposta implica un fabbisogno aumentato di docenti in discipline per le quali già da tempo si fatica a trovare validi candidati. Questo non dovrà in alcun caso portare a una diminuzione delle esigenze in merito alla loro formazione disciplinare. In proposito ribadiamo la nostra assoluta contrarietà alle deprecabili pratiche in uso, sia che consistano nel permettere a docenti delle scuole comunali di insegnare alle SMe, sia che portino ad accettare candidature di accademici in discipline altre da quelle che saranno chiamati ad insegnare semplicemente aggiungendo agli utili corsi di abilitazione un cosiddetto “Complemento di formazione disciplinare” dispensato dal DFA. Queste scorciatoie sono deleterie per la qualità della scuola pubblica e per l’immagine della professione e andrebbero pertanto immediatamente abbandonate: il Dipartimento dovrebbe piuttosto attivarsi maggiormente per attrarre candidati solidi, ad esempio riconoscendo per primo la professionalità dei suoi docenti, difendendone l’immagine pubblica, migliorando le condizioni quadro del loro lavoro e facendo loro recuperare migliori condizioni contrattuali;

  7. prima di generalizzare il cambiamento, sarebbe auspicabile disporre di una valutazione quantitativa dei risultati ottenuti dagli allievi che hanno preso parte alla sperimentazione al termine della loro scolarità obbligatoria (ad es. SMe Caslano).

In conclusione
Ribadiamo la richiesta di essere coinvolti tempestivamente al progetto in essere di superamento totale dei livelli nella scuola media ticinese.

Ci chiediamo inoltre se lo stesso non possa essere il punto di partenza per una riflessione più approfondita sulla scuola dell’obbligo nel suo insieme, in particolare per ciò che attiene alle discipline insegnate il cui numero è andato progressivamente aumentando, spesso purtroppo a discapito del grado di approfondimento delle competenze acquisite, e al peso che a queste discipline viene dato nella griglia oraria settimanale. Griglia che viene pure stravolta per fare spazio a contenuti estemporanei di certo interesse sociale, ma che, moltiplicandosi, minano la regolarità indispensabile ad una buona formazione.

Certi della vostra attenzione, ringraziandovi per il lavoro svolto e per averci coinvolti, vi salutiamo cordialmente.